Ho deciso quindi di iniziare oggi e continuare la settimana prossima.
«Bisogna far sempre in
modo che la schiena abbia gioco almeno dieci centimetri: bisogna potersi
chinare, giocare a golf, mettersi le scarpe, bisogna poter quindi prendere le misure delle clienti con le braccia incrociate…».
chinare, giocare a golf, mettersi le scarpe, bisogna poter quindi prendere le misure delle clienti con le braccia incrociate…».
Queste parole spiegano pienamente l’idea di moda e di lusso
che madamoiselle Gabrielle Chanel, in arte Coco, aveva in
mente. Ma più che in mente riuscì a renderla reale, diventando e rimanendo il nuovo modello stilistico di
riferimento di molte donne.
La vita di Coco fu molto travagliata.
Gabrielle nacque nel 1883, figlia di un venditore ambulante, orfana di
madre, trascorse la sua infanzia ed adolescenza in un convento, nel quale
acquisì nozioni di cucito. La vita della giovane sembrava preannunciare un
futuro in una modesta situazione provinciale. Ma il suo
carattere, la sua genialità e la sua capacità la trasformarono in una
indiscussa protagonista della storia del ‘900.
All’età di vent’anni aveva già voglia di spiccare il volo, qualcosa
dentro di lei le diceva che bisognava essere liberi :"Se sei nato
senz'ali, non fare mai nulla per impedire loro di crescere" E così fece:
scappò dal convento.
La fatica non le fece mai paura: lavorava in un prestigioso negozio di stoffe, nel tempo libero si esibiva in dei locali.
La fatica non le fece mai paura: lavorava in un prestigioso negozio di stoffe, nel tempo libero si esibiva in dei locali.
Ed è
qui che la fortuna l’ha assistita:
conobbe un giovane di nome Etienne Balsan, erede di una dinastia di
industrie, che divenne successivamente il suo amante. Ma soprattutto riuscì ad
entrare nella socialitè europea in quanto Balsan la invita a trasferirsi nella
sua tenuta di Royallieu. E li Coco scoprì i piaceri della vita, ma non solo: conosce
l’uomo che sarà l’unico grande amore della sua
vita".
Fu Arthur Boy Capel, un ricco
industriale con cui non si sposò mai, ma che l’aiutò ad aprire la sua boutique
in Rue Cambon al numero 31.
Nelle feste che Balsan organizzava,
Gabrielle guardava con celata ironia all’abbigliamento e ai buffi
cappelli pieni di cianfrusaglie che le donne portavano con molta goffaggine.
(Per gustare a pieno la sua vita vi consiglio di vedere il film del 2008 diretto da Anna fontaine di seguito il trailer italiano).
Nel 1908 la carriera di Chanel inizia come
disegnatrice di cappelli e apre un negozio.
E nel 1916
inizia a confezionare anche abiti per le proprie clienti, impazienti di
indossarli.
Siamo negli
anni ’20, quando Chanel imponendo il proprio dikta: stravolge
profondamente il modo di rappresentare la moda degli altri sarti.
Lei stessa
avrebbe poi detto: “Finiva un mondo, un altro stava per nascere. Io stavo là;
si presentò un’opportunità, la presi. Avevo l’età di quel secolo nuovo che si
rivolse dunque a me per l’espressione del suo guardaroba. Occorreva semplicità,
comodità, nitidezza: gli offrii tutto questo a sua insaputa”.
Il negozio Chanel |
La
silhouette creata da Chanel ha senza dubbio segnato il suo tempo.
Concependo
il suo look a partire dallo stock di segni che ha potuto crearsi a seconda dei
suoi incontri e delle sue passioni, Chanel rifiuta nella moda femminile
dell’epoca tutto ciò che non rispondeva ad una autentica funzione
dell’abbigliamento: camminare portare, lavorare…
“ Lavoravo
per una nuova società. Fino a quel momento avevo vestito donne inutili, oziose,
donne a cui le cameriere dovevano infilare le maniche; invece,avevo ormai una
clientela di donne attive,una donna attiva ha bisogno di sentirsi a suo
agio nel proprio vestito. Bisogna
potersi rimboccare le maniche”.
L’etoile
della moda voleva la donna libera ed indipendente dagli uomini, la donna
rivoluzionari e combattiva.
La sua
donna era elegante anche senza accessori fastosi o corsetti.
Il total look di Chanel rappresenta la
conquista della propria libertà individuale: « Ho inventato l’abito da sport
per me, non perché le altre donne facevano sport, ma perché io lo facevo. Non
sono uscita perché avevo bisogno di creare la moda, ho creato la moda
giustamente perché uscivo, perché per prima, ho vissuto la vita del secolo».
Le
donne iniziano a praticare gli sport, a viaggiare e che non volevano rinunciare alla sensualità esigendo la praticità dell’abito.
Continua la prossima settimana...
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