martedì 22 maggio 2012

About fashion... il fenomeno Chanel Parte Seconda

Riprendiamo il discorso che abbiamo iniziato la settimana scorsa.

Coco Chanel
Chanel ha lanciato molte mode: la marinare, il jersey (tessuto destinato alla biancheria intima maschile), il cardigan e i completi in maglia. 
Fu la prima donna a indossare i pantaloni e ad abbronzarsi, quando ancora l’abbronzatura era un segno identificativo di coloro che  lavoravano all’aperto  e lanciò in suo profumo più celebre Chanel n.°5. 

Per la realizzazione di questo profumo furono miscelate 80 essenze naturali e sintetiche. Il risultato fu un profumo gradevolissimo e totalmente nuovo in controtendenza alle fragranze troppo dolci del tempo. La leggenda racconta che il suo nome innovativo sia nato dopo che lei aveva annusato la quinta boccetta di prova che il chimico Ernest Beaux le aveva presentato. Anche la confezione era rivoluzionaria per l’epoca: una bottiglia da farmacia con un'etichetta semplicissima bianca e nera.  Marylin Monroe andava pazza per questo profumo e dichiarò: “La notte mi vesto solo di Chanel N° 5”.


Chanel in pantaloni

Boccetta profuno del 1920
Evoluzione packaging Chanel n°5
Ed ancora nel 1924 lanciò il petit noir, abito nero ispirato agli indumenti delle commesse con colletto e polsini bianchi a conferma di una ostinata volontà di democratizzazione che si respira nel momento e di cui Coco si fa interprete: il blazer con i bottoni dorati, il tweed , la bigiotteria negli anni ’30, la scarpetta a punta nera, la celebre borsa matelassè con catena ed il fiocco durante gli anni ’50. Impose inoltre i capelli a caschetto.


coco Chanel a lavoro
Petit noir del 1926

Queste creazioni sono divenute, come lo stesso Karl Lagerfield dice, «i segni di identificazione immediata di Chanel» .
I modelli che creò erano essenzialmente ripetitivi, con modifiche di tessuti e particolari. In fondo questo è quello che Coco voleva: « La moda passa, lo stile resta».
Segli di identificazione Chanel secondo Karl Lagerfield


La sua silhouette è soprattutto costituita da pezzi e materiali molto particolari, che non trovarono senso e valore negli anni ’20 - ’30, se non nel loro riferimento a due universi dati all’epoca come contrari a quello della moda femminile: il lavoro e l’abbigliamento maschile.
Questo gioco di inversione di significati e significanti dell’identità sessuale socialmente definita, rappresenta la strategia con cui Chanel si è dotata di un’identità femminile sua propria.
L’intramontabilità di questo stile viene rinvenuta dal semiologo francese Jean-Marie Floch nella capacità della stilista, nell’assemblaggio di capi di abbigliamento opposti che creano un bricolage. Questo porta a sua volta ad una femminilità accentuata per paradosso.
 Ogni elemento delle stile Chanel non è dato al caso, ma contribuisce a creare una sinergia e una linea che valorizzi il corpo femminile in una silhouette nitida e leggibile.
Questo look produce l’effetto di una chiusura della forma generale.
 Tale effetto è dovuto all’attacco molto chiaro della silhouette, indifferentemente nelle due estremità, attraverso la punta nera della scarpa bicolor , creata per Chanel dal calzolaio francrse Andrè Massaro che permette un distacco dal terreno e attraverso il capello corto o il fiocco.
Nella scarpa bicolor, inoltre, la scelta del colore chiaro era dovuta al fatto che la gamba si slanciava e la punta scura invece permetteva alla scarpa di sporcarsi meno.
Scarpa bicolor




Un altro elemento distintivo è il privilegio dato alla linea attraverso la bordatura del tailleur, il colletto, una cintura o una piega.
La scelta cromatica è studiata: beige, blu navy, rosso e ovviamente bianco e nero che si contrappongono alle masse dei gioielli o della bigiotteria creano una luce assoluta.
Gli elementi barocchi si contrappongono alla semplicità degli elementi classici presenti nel total look: borse trapuntate e catene,masse, spille e fiocchi.
E per produrre tali effetti, Chanel si serve dei ricami degli abiti della tradizione russa, dei motivi dell’oreficeria bizantina, fiorentina o dell’alta gioielleria parigina. Nell’insieme queste masse barocche non fanno altro che esaltare la classicità della silhouette. Anche più modesta la bigiotteria resta l’elemento vitale d’una toilette, perché ne sottolinea la volontà di ordine, di composizione, vale a dire insomma di intelligenza (…). La bigiotteria domina sull’abito non più perché è in assoluto preziosa, ma perché concorre in modo decisivo a creare un significato: è il senso di uno stile che è ormai prezioso, e questo senso dipende non da ciascun elemento ma dal loro rapporto.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale Chanel decide di chiudere i battenti,  per tornare in scena nel 1954 più combattiva che mai all’età di 71 anni.
Dior in quel momento era il nuovo guru della moda, ma Chanel con la sua grinta e voglia di fare non si diede per vinta e riuscì a riconquistare la sua clientela grazie alla linea di tailleur di maglia della collezione n°5 per i quali le donne andarono pazze. 
La sua creatività la porterà ad essere una delle stiliste più amate nel jet set hollywoodiano  e in tutto il mondo.
Struttura del tailleur
Tailleur del 1954

















  Amata ed odiata, decide di trasferirsi all’Hotel Ritz, di fronte alla sua boutique per essere più vicino al suo posto di lavoro.
La camera di Chanel al Ritz

Odiava la domenica perché era un giorno di riposo e lei amava lavorare.
“Vedi’ così si muore” : queste le ultime parole pronunciate dalla grande rivoluzionaria femminista prima dell’ultimo respiro il 10 gennaio 1971.
Coco Chanel riposa oggi nel cimitero di Boisde- Vaux a Losanna, in Svizzera. La sua tomba è ornata da cinque leoni: cinque era il suo numero preferito e leone era il suo segno zodiacale.
Sosteneva che “ per essere insostituibili bisogna essere diversi”, e lei diversa lo era davvero.



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